Le problematiche legate ai social media, sono ormai chiare a tutti. Il rischio è quello di essere intrappolati e isolati all’interno di un mondo digitale completamente distaccato dalla realtà. Passando tanto tempo sui nostri dispositivi si perde la percezione di ciò che ci circonda o è realmente importante. Cosa succederà con la transizione verso il web3 e il metaverso? L’impatto negativo sulla società si intensificherà?
Nel nuovo mondo digitale (per ora) non ci sono regole o grosse implicazioni legali; possiamo essere chiunque o fare qualsiasi cosa. In pratica il potere ce l’hanno gli utenti: sembra divertente, vero? In realtà, come dimostrato tante volte, questo ambiente può portare all’incremento di pericoli, truffe, furti di dati o di identità. Addirittura a volte ci possono essere aumenti di stati di depressione e ansia, non tralasciando il bullismo.
Ma, come ogni tecnologia, il Metaverso e il Web3 possono essere usati sia per il bene sia per il male. Infatti, le stesse caratteristiche che rendono queste tecnologie potenzialmente pericolose, possono essere usate per creare infinite opportunità. Esse hanno un enorme potenziale per supportare le industrie della salute mentale e del benessere.
Nel mondo del gaming e nel metaverso, il tuo passato, il sesso, il tuo aspetto o la tua provenienza non vengono giudicati, abbassando notevolmente le pressioni sociali. Questo crea un ambiente perfetto per la creazione delle comunità online di sostegno agli sconosciuti, dove gli utenti possono trovare un supporto confidenziale in se stessi, comprensione e forza per affrontare le dinamiche reali.
Innerworld è nato con l’obiettivo di aiutare le persone a superare le proprie malattie mentali o problemi psicologici, in un ambiente inclusivo e supervisionato. Le comunità sono guidate da coach, persone empatiche e adeguatamente istruite che riescono a cambiare la vita alle persone in meglio.
L’idea è nata dal fondatore, Noah Robinson,che grazie all’amicizia disinteressata di un gruppo di giocatori online, all’interno di Runescape, è riuscito a guarire dalla depressione che lo perseguitava da anni, dovuta alla sua identità di genere.
Grazie a Conspicuis, anche i gruppi di supporto per le malattie e gli incontri di Alcolisti Anonimi trovano rifugio in questi spazi virtuali, luoghi sicuri per connettersi con gli altri in uno spazio inclusivo e senza giudizio, dove allo stesso tempo potersi divertire tramite esperienze dal vivo nel metaverso.
Inoltre, per aumentare il senso di appartenenza, diversità e inclusività virtuale, Forsman & Bodenfors in collaborazione con The Digitals e Down Syndrome International (DSI) hanno creato Kami, il primo avatar-influencer virtuale con la sindrome di Down. Il loro intento è anche quello di normalizzare e far passare il messaggio che le persone con sindrome di Down non sono da “aggiustare”.
Infine, per rendere il metaverso un luogo ancora più sicuro da “cyberbulli”, soprattutto per i più giovani, Lego e Fortnite hanno creato dei luoghi virtuali sicuri, dove poter giocare, divertirsi e socializzare in tranquillità.
Considerando l’inevitabilità dell’avvento del Web3 e del Metaverso, l’ideale sarebbe cogliere l’opportunità di dare a questi nuovi mondi una forma e un significato positivi, incentrati sul benessere della persona – anche grazie alla loro dimensione decentralizzata e peer-to-peer. Di questi temi parlo nella mia newsletter Verso.