Osservatorio Metaverso

Cultura

QuantumVerse: coscienza e tecnologia fuori dall’hype

Senza un osservatore, l’universo è solo un’onda di possibilità infinite. L’osservatore è colui che “sceglie” (volontariamente o meno) quale realtà far apparire. La tecnologia quantistica sposta definitivamente il ragionamento umano da una improbabile certezza ad una serie di probabilità in contemporanea valutazione: il luogo ideale per sviluppare queste teorie è il metaverso, mentre la risorsa essenziale è il tempo.
Su questo argomento, il nostro collaboratore Leo Sorge ha scritto QuantumVerse, un romanzo divulgativo disponibile su Amazon.
Mondo di qua (cartaceo)
Mondo di là (ebook)

quantumverse di leo sorge

Manipolare la fisica

Si può creare un mondo adatto ai nostri tempi e spazi? Suni potrebbe esserci riuscito… ma è scomparso! E solo Cathy, la sua psicologa aziendale, pare essersene accorta. Svaizer indaga, Mordred trama. Intanto, in un metaverso con il tempo allungato da effetti quantistici, Suni trova la cura per chi, come lui, non si trova bene nel mondo di qua.

Il mondo d’oggi amplifica le incertezze dell’individuo. Utilità e soddisfazione del lavoro sono ormai quasi nulli (come dice David Graeber in Bullshit Jobs), mentre la spinta tecnologica della vita ci rende sempre meno coscienti di essere impreparati (effetto Dunning-Kruger). Questo romanzo umano e solarpunk va contro queste due tendenze, raccontando una storia personale e universale, che unisce le metafore del quantum computing e del metaverso.

Manipolare il tempo

Nel QuantumVerse il tempo scorre molto lentamente. Questa risorsa fondamentale, insieme ai dati del passato e all’elaborazione quantistica, permette di trovare subito soluzioni terapeutiche che nel mondo di qua sono alla portata mentale, ma richiederebbero ancora millenni di esperimenti. In questo mondo, quindi, l’intelligenza umana “basterebbe”: il trucco usato è nascondere la tecnologia e allungare appunto il tempo.

Right-tech e umanesimo

Il romanzo compie una scelta coraggiosa: il downsizing dell’intelligenza artificiale e della robotica antropomorfa. QuantumVerse rifiuta l’idolatria e riporta l’IA a normale software. Togliendo alla macchina la maschera umana, restituisce all’uomo l’esclusiva della soggettività.

L’ucronia come chiave di lettura

La manipolazione del tempo non porta solo a deformazioni di lunghezza, ma anche a linee temporali alternative, possibili ma poco probabili, che in QuantumVerse si sono verificate.
La storia si svolge in una Bamako o una Abuja del XXIII secolo, in un mondo ucronico che risente fortemente dell’illuminato impero Wagadu-Bida di Kanka Mussa, che è durato fino al XX secolo. Nel XXIII secolo, come nel nostro XXI, si vive una società intessuta nell’economia della solitudine che è conseguenza diretta della deformazione dei social media e dell’incoltura dei videogiochi violenti.

I nomi dei personaggi contribuiscono a dare un’idea di non-visto. Suni viene da un’antica radice Bambara (lingua del Mali) che indica sogno, visione. E’ una versione onirica di Juju, il termine Hausa (Nigeria e zone limitrofe) usato per definire la rappresentazione tecnico-magica delle narrazioni africane, Il juju si basa sull’idea che gli oggetti fisici possano essere infusi di potere magico attraverso riti specifici. 

Come per l’Ai antropomorfa, anche qui la storia si è dipanata in modo diverso. 

Per contro il cattivo si chiama Mordred, un nome da ciclo arturiano, che cerca di far sopravvivere i suoi principi strettamente misurabili ma fallisce miseramente contro il nuovo che avanza.

La metafora della tecnologia porosa 

Il Quantum Computing è usato come una tecnologia mediaticamente giovane, ancora imprecisa e quindi attraversabile per osmosi, ma anche deformabile dall’esterno. Questa scelta permette di usare il calcolo quantistico come una metafora plastica: non essendo ancora una tecnologia descritta in modo rigido, mantiene un’aura di mistero che permette alla narrazione di spaziare tra scienza e misticismo senza perdere di credibilità. È la frontiera dove il “possibile” incontra il “sognabile”.

La valenza didattica

La narrativa è una possibile forma di divulgazione, e la forma-libro mantiene una sua valenza. QuantumVerse contiene una semplice partita a scacchi quantistici, espediente perfetto per spiegare la sovrapposizione: un pezzo che può essere contemporaneamente in più case finché non viene “osservato” (mangiato o spostato) rende immediatamente tangibili concetti altrimenti totalmente astratti.
L’appendice tecnica, infine, vuole fornire un ancoraggio alla realtà.

Lascia un commento