PwC ha diffuso un’interessante “Metaverse Survey” erogata ad oltre 5.000 consumatori e 1.000 business leader statunitensi.
Il dato più sorprendente che emerge è che il 66% dei dirigenti statunitensi dice di essere “actively engaged” in progetti legati al metaverso. Si tratta di aziende di grandi dimensione che stanno realizzando proof of concept, testando casi d’utilizzo o anche generando entrate da qualcuna delle tecnologie abilitanti il metaverso.
Circa un quinto dei manager dichiara che le tecnologie di realtà aumentata e virtuale, gli NFT, le criptovalute, l’enterprise blockchain sono già parte della strategia aziendale. Un altro quinto dei rispondenti, all’opposto, ammette che non c’è alcuna intenzione di utilizzo. Nel mezzo le altre aziende che stanno facendo ricerca e pianificazione.
Il 44% si aspetta che nel giro di 2-3 anni queste tecnologie diventeranno “business as usual” e, addirittura, il 38% scommette su un periodo di un anno. Un ottimismo disarmante, anche se nel calderone metaverso ognuno immagina quello che vuole.
Per prepararsi a gestire questa rivoluzione, il 32% del campione dichiara di voler assumere un “metaverse leader” e il 51% ha già una figura che si occupa di questi progetti, anche se non in modo esclusivo.
Come vogliono usare le opportunità del metaverso le aziende? Il 42% pensa all’onboarding e al training dei dipendenti, il 36% all’interazione tra colleghi, ma anche alla creazione di contenuti virtuali per i consumatori.
I consumatori invece hanno altre priorità. Vorrebbero esplorare nuovi luoghi virtualmente, interagire con i medici, il customer service e i brand preferiti, fare corsi e training, giocare.
I rischi associati al nuovo mondo per i manager riguardano la cybersecurity, la privacy, i limiti tecnologici, mentre per le persone sono legati alla privacy, agli hackeraggi e al costo della tecnologia per partecipare alle esperienze immersive.