Osservatorio Metaverso

Gli sviluppi dei software 3D specifici per l’abbigliamento hanno reso possibile la digitalizzazione dei tradizionali processi di design della moda. Per i brand il cambiamento è diventato imperativo e marchi globali come Burberry, Gucci, Ralph Lauren, Adidas, Balenciaga e Nike hanno occupato gli spazi delle “piattaforme metaverso” per intercettare nuovi pubblici. Molti hanno inoltre incorporano NFT per certificare l’autenticità dei prodotti e delle immagini digitali – come nel caso di Prada con la collezione Timecapsule NFT, in cui ogni drop è collegato sia a un prodotto fisico in edizione limitata che a un NFT in regalo. 

A guidare la rivoluzione della moda digitale, prima ancora dei brand globali, sono state alcune startup guidate da visionari appassionati del digitale e della moda 3D che attraverso la loro attività hanno messo sul tavolo alcune questioni urgenti relative al sistema moda:

  • Dare vita a una moda più sostenibile.
  • Sovvertire la gerarchia di potere degli stilisti e del sistema moda.
  • Realizzare a una moda più inclusiva. 

Tra le aziende più vivaci e rappresentative troviamo The Fabricant, RTKFT Studio, DRESSX, The Dematerialised.

The Fabricant

The Fabricant è una startup olandese e si posiziona come “La prima digital fashion house” che produce solo abbigliamento digitale. Sul sito web si legge: “wastes nothing but data and exploits nothing but imagination”, ponendo l’accento anche in questo caso al tema della sostenibilità. La mission di The Fabricant è quella di rivoluzionare la mentalità del mondo della moda e la stessa idea di moda “tangibile” legata all’uso dei materiali, e attraverso la loro eliminazione, ridurre l’impatto ambientale in fase di progettazione e produzione. L’azienda è finita per la prima volta sotto i riflettori nel 2019 dopo aver venduto all’asta  “Iridescence”, un abito digitale iridescente, per qualcosa come 9.500 dollari in criptovalute. Un’operazione che ha contribuito a rendere la moda digitale mainstream. 

iridiscence the fabricant
Iridiscence di The Fabricant

The Fabricant è stata fondata nel 2018 da Kerry Murphy, regista e specialista degli effetti visivi che ha lavorato anche nella pubblicità, e da Amber Jae Slooten, prima studentessa di fashion design a produrre una collezione di laurea interamente digitale presso l’AMFI (Amsterdam Fashion Institute), dove in seguito ha insegnato fashion design digitale 3D, ispirando nuovi designer.

L’azienda, lo scorso anno, ha lanciato The Fabricant Studio, una piattaforma che unisce funzioni di studio creativo e di marketplace. La creazione, per ora solo ad inviti, permette ai creator di partire da indumenti semilavorati per arrivare alla realizzazione di capi personalizzati. Questi poi vengono “mintati” (coniati) e messi in vendita.
All’interno della stessa piattaforma è stata realizzata una collezione di 12 pezzi per la Metaverse Fashion Week che si è tenuta lo scorso marzo sulla piattaforma di Decentraland.

RTFKT

RTFKT (si legge Artifact) è stata fondata nel 2019 da Benoit Pagotto, Chris Le e Steven Vasilev che hanno collaborato con artisti e piattaforme tecnologiche su progetti NFT e di fashion AR. Nell’ottobre 2020, la start-up ha venduto sneakers digitali per l’equivalente di 90.000 dollari. Nell’aprile del 2021 ha venduto in soli sette minuti 600 NFT per una vendita complessiva di più di 3 milioni di dollari. Alla fine del 2021 ha poi stretto una partnership avatar con l’artista Takashi Murakami. L’azienda è poi stata acquisita da Nike. 

RTKFT è un vero e proprio studio di design digitale. Produce scarpe da ginnastica, abbigliamento virtuale, avatar (Clone X) che vengono trasformati in NFT e venduti. Ad agosto ha debuttato Cryptokicks, la prima collezione Nike-RTFKT. Si tratta di un modello di scarpe sportive “dunk” personalizzabile con otto skin differenti.

DressX

DressX è un digital fashion store di abiti digitali fondato nel 2020 da Daria Shapovalova e Natalia Modenova. Con il motto aziendale “Don’t buy less. Shop digital fashion”, ha lanciato un chiaro messaggio riguardo il tema della sostenibilità. L’azienda che ha sede in California, attraverso varie ricerche ha scoperto che una fetta di clienti dei paesi sviluppati, acquista abiti nuovi per postarli sui profili social e ha deciso di passare da una moda fast fashion a una moda più consapevole che esiste solo in digitale. In tal senso la moda e i consumi possono continuare a crescere riducendo il costo ambientale.

Le partnership di Dressx per la moda digitale includono Bershka, Printemps, American Eagle, Iris van Herpen e Dundas. Dressx ha inoltre collaborato con la piattaforma di social gaming Roblox e quella di Decentraland per la creazione di abiti digitali. Questa estate ha dato vita a una collaborazione con Meta; lo scorso 19 luglio è apparsa la prima collezione digitale per l’Avatar Store di Meta acquistabile direttamente su Instagram, Facebook e Messenger.

Ha inoltre stretto da poco una partnership con la piattaforma Zepeto e unirà le forze con la sua l’influencer virtuale Monica Quin per la creazione di cinque look digitali futuristici creati con le palette di colori tipici dell’influencer.

DressX marketplace

The Dematerialised

The Dematerialised è un marketplace esperienziale per fashion NFT, fondato a Londra nel 2020 da Karinna Nobbs con Marjorie Hernandez, Co-CEO dell’azienda che si occupa di moda digitale e che utilizza la blockchain LUKSO per valorizzare i nuovi creativi e diffondere una cultura della sostenibilità attraverso la scelta di capi ed accessori virtuali.  Karinna Nobbs (CEO) è una esperta di innovazione che ha iniziato la sua carriera come visual merchandiser per poi continuarla come accademica. Equità, accessibilità e trasparenza sono al centro del progetto che attraverso co-creazione dei nuovi mondi della moda all’interno del metaverso, auspicano la creazione di ambienti più inclusivi che possano abbracciare tutte le identità.

La mission è appunto quella di “far convergere e coltivare l’ecosistema emergente della moda digitale fornendo nuovi flussi di entrate praticabili ed esperienze viscerali con un mercato Web3 per beni virtuali autenticati […] l’approccio sperimentale ma empatico nei confronti delle risorse della moda digitale mira a sfidare i tradizionali modelli di business della moda di produzione, consumo e proprietà con un approccio più trasparente, efficiente ed equo”.

Sul sito è possibile acquistare abiti e accessori in versione NFT. Nell’acquisto vengono inclusi i corrispondenti filtri in realtà aumentata per Snapchat e Instagram, un video (.mp4) e una versione 2D (formato .pngs). Alcuni abiti sono utilizzabili come skin in  Sansar, VR Chat e Decentraland. Una volta acquistato l’NFT, è possibile costruire il proprio guardaroba digitale e mostrare la propria collezione attraverso Universal Profile, lo spazio per archiviare e mostrare i propri beni virtuali.

The Dematerialised
L'autore: Michelle Grillo

Michelle Grillo

Scrittrice e dottoranda in Medium e Medialità presso l’Università eCampus. Scrive di metaverso e società, attualmente sta lavorando al progetto di ricerca sulla relazione tra moda e metaverso.
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