Osservatorio Metaverso

Analisi

Il metaverso umano centrico secondo il World Economic Forum

Lo scorso anno il World Economic Forum ha lanciato l’iniziativa “Defining and Building the Metaverse” coinvolgendo governi, mondo accademico, imprese e società civile per guidare lo sviluppo di un metaverso sicuro e inclusivo, equo, interoperabile ed economicamente sostenibile. Un metaverso “human-first”, che “dia la priorità alle esigenze dell’individuo e di conseguenza integri scelte progettuali di supporto, strumenti e interazioni per rispettare le persone dietro i dati.”

Ora sono usciti i primi due documenti prodotti dall’iniziativa,  “Interoperability in the Metaverse” e “Demystifying the Consumer Metaverse”.

Interoperabilità nel Metaverso

Il primo si focalizza sull’interoperabilità tra i diversi mondi virtuali che costituiranno le “provincie” del metaverso. 

Da un punto di vista strettamente tecnico si tratta di trovare standard condivisi per ambiti che vanno dai dati ai formati dei file, dalla renderizzazione all’identità, all’autenticazione e ai pagamenti.

L’interoperabilità non è però solo un problema di natura tecnica ma anche di architettura socio-economica. La capacità dei dati di circolare tra le varie infrastrutture digitali rende possibile ai partecipanti poter muovere sé stessi (e i propri avatar), le loro risorse, le loro creazioni, le loro esperienze salvaguardando l’interazione sociale e la persistenza della propria (multi)identità. Provider e creatori potranno sfruttare al meglio l’effetto di rete tra mondi e tecnologie, permettendo anche al valore di fluire senza attrito attraverso transazioni.

È quindi interesse di tutti questi tre attori, partecipanti (non più “utenti”), creatori e provider collaborare per sviluppare protocolli, standard e buone pratiche che permettano di liberare le potenzialità di questo metaverso “umano-centrico”: da loro devono arrivare input e linee guida a enti e organizzazioni che si occupano di formalizzare questi standard, come il Metaverse Standards Forum, l’Open Metaverse Alliance for Web3, l’IEEE e il W3C. 

L’interoperabilità è una leva di valore per favorire l’accesso e la partecipazione, l’efficienza delle transazioni e la fiducia. È la funzionalità chiave per garantire la continuità nell’identità digitale e, allo stesso tempo, privacy e sicurezza per la miriade di dati prodotti. Riguardo quest’ultimo punto, vale la pena di sottolineare un dato: uno studio del 2020 suggerisce che “cinque minuti di dati di tracciamento VR possono produrre informazioni in grado di identificare un utente su un insieme di 511 persone con una precisione del 95,3%”

Fondamentale anche prevedere un design e una UX per un uso inclusivo, transgenerazionale e transculturale, che limiti gli effetti nocivi della frequentazione del metaverso sul fisico e sulla psicologia dei partecipanti.

Potenzialità e sfide del metaverso per consumatori

Il secondo lavoro, “Demystifying the Consumer Metaverse”, si concentra su potenzialità e sfide per il metaverso dei consumatori. 

Accenture, che ha collaborato alla stesura, riconosce nel web3 (in questo caso il termine è strettamente correlato con quello di metaverso) due aspetti che ridefiniscono internet: l’”internet dei luoghi”, che introduce un passaggio al 3D come metodo per la navigazione, l’interazione sociale e l’engagement e l’”internet della proprietà”, che reinventa il modo in cui gli individui e le organizzazioni gestiscono i dati, creano, apprendono, acquistano, si divertono, interagiscono e collaborano: un internet basato sulla capacità di possedere la propria identità e le proprie risorse.

web 3.0 secondo Accenture
Demystifying the Consumer Metaverse – Web 3.0 secondo Accenture

Si possono individuare cinque livelli nella creazione del valore nel metaverso:

  1. L’infrastruttura e l’hardware, dove società e servizi come Nvidia e AWS sono esempi di fornitori delle tecnologie portanti.
  2. Software e piattaforme attraverso cui si creano i mondi virtuali (es. Unity, Vatom) e i dati a essi associati.
  3. L’identità digitale, che permette al partecipante di accedere al metaverso e possedere beni digitali (Okta, Spherity).
  4. L’economia, dove questi beni digitali vengono scambiati e dove si abilitano nuove forme di gestione dei diritti di proprietà intellettuale e di revenues sharing (Visa, OpenSea, Consensys).
  5. L’esperienza, il livello che consente ai partecipanti di consumare, produrre, scambiare contenuti, prodotti e servizi (Fortnite, Somnium Space).

L’insieme di tecnologie abilitanti comprende l’XR, la blockchain, l’AI, il cloud e edge computing, il 5/6G, i gemelli digitali (di persone e cose, più strumenti abilitanti che tecnologie).

Il documento afferma l’importanza del gaming come industria di riferimento: ha plasmato gli utenti per il metaverso e continuerà a guidarne e supportarne lo sviluppo. “L’industria dei giochi virtuali e il metaverso condividono una natura intrinseca esperienziale, sociale, transazionale e talvolta virtuale, con il gameplay al centro del suo valore per il consumatore.” Senza contare che nel settore gli UGC (User Generated Content) e loro gestione sono modelli e fonte di ispirazione per la nuova “creator economy”.

Per far sì che questo modello economico funzioni, è necessario realizzare piattaforme e servizi che implementino “per default” la ripartizione del valore tra i vari attori, permettendo ad esempio una facile individuazione e riuso dei contenuti ricompensando automaticamente il creatore originario.

Quali sono gli ambiti che per primi e in misura maggiore possono beneficiare dell’avvento del metaverso?

Innanzitutto il mondo dell’entertainment e dello sport, dove le “esperienze” sono già un prodotto che può essere adattato e trasformato nello spazio virtuale 3D. Poi i servizi finanziari che possono beneficiare della nascente DeFi (Decentralizated Finance) con monete virtuali, criptovalute, token per monetizzare asset digitali e servizi del metaverso. Già in piena attività è il mercato “immobiliare” per la compravendita di spazi nei vari mondi digitali. La vendita al dettaglio di beni di consumo (soprattutto nei settori della moda e del lusso) sta già sperimentando nuove forme di coinvolgimento, fidelizzazione, condivisione non esclusivamente nel virtuale ma anche nella terra di mezzo del “phygital”, dove il mondo fisico entra in entanglement con il digitale.

Il documento termina con un’appendice particolarmente istruttiva dove sono elencati modelli di business e use cases che potranno essere sviluppati nel metaverso.

  • Prodotti e asset digitali
  • Accesso (payment-based access e ownership-based access)
  • Commercio immersive
  • Pagamenti (digital wallet, exchange)
  • Monetizzazione degli asset (affitto, leasing, risparmio, investimento)
  • Advertising e marketing
  • Creator economy
  • Servizi “metaverse native” (es. smart contract, rendering as-a-service)

Come conclude la ricerca, anche se il metaverso è ancora solo un accenno “è essenziale che i settori pubblico e privato creino sin da oggi una profonda comprensione del metaverso, dei suoi componenti, delle implicazioni e dei modelli economici.”

L'autore: Federico Bo

Federico Bo

Ingegnere informatico, blogger, ex startupper, esperto di crowdfunding attualmente studia e monitora le tecnologie blockchain, gli NFT, il Metaverso.
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