I contorni del metaverso sono ancora sfumati, ma c’è chi ha le idee chiare su quali debbano essere gli elementi costitutivi della prossima internet. Sono quelli di Andreessen Horowitz (a16z), società di venture capital fondata da Marc Andreessen e Ben Horowitz, che negli ultimi anni stanno investendo molto nelle aziende che sviluppano tecnologie blockchain. In un articolo firmato da Liz Harkavy, Eddy Lazzarin e Arianna Simpson viene chiarito che il metaverso deve essere aperto e si contrappone ai mondi virtuali che sono chiusi.
Poi, vengono specificati i 7 ingredienti essenziali di un metaverso:
- Decentralizzazione fa riferimento all’architettura del metaverso che deve essere basata su molteplici punti di snodo, non essere dipendente dai server di una singola o di poche aziende. La decentralizzazione infrastrutturale e del potere, secondo gli autori, può essere garantita dalla tecnologia blockchain. Essa permetterebbe la riduzione della censura, una maggiore diversità ed equi diritti;
- Diritti di proprietà: oggi quando compriamo un bene digitale non ne diventiamo proprietari, lo fittiamo semplicemente, ma l’oggetto rimane nei server dell’azienda distributrice. Nel metaverso basato sulla blockchain si potrà possedere un bene (come avviene con gli NFT) e disporne come meglio si preferirà;
- Self-sovereign identity (SSI) indica un modello di gestione dell’identità digitale che permette all’utente di definirla e utilizzarla nei vari ambienti che costituiranno il metaverso. La crittografia consentirà alle persone di autenticarsi di volta in volta senza avere intermediari (come oggi avviene quando usiamo le nostre credenziali di Google, Facebook, Apple per loggarci nei diversi servizi web);
- Componibilità: è un principio di progettazione dei sistemi che consiste nella possibilità di mescolare componenti software come mattoncini Lego. In questo modo ogni componente può essere scritto solo una volta e usato da più software. Un metaverso che rispetto questo principio deve avere un’architettura aperta e basata su standard di interoperabilità;
- Apertura: il metaverso deve essere basato su codice open source ossia reso disponibile liberamente in modo da essere ispezionabile, riutilizzabile e modificabile. Ciò garantisce sicurezza, ma anche potere nelle mano degli sviluppatori-costruttori e non delle grandi corporation;
- Proprietà comunitaria: nel metaverso tutti gli stakeholder dovrebbero partecipare alle decisioni in proporzione al proprio coinvolgimento e dunque al possesso di token, come avviene nelle DAO (Decentralized Autonomous Organization);
- Immersione sociale: al contrario di quello che sostengono le grandi corporation che producono hardware, dicono gli autori, il metaverso non deve necessariamente richiedere l’uso di dispositivi VR/AR, ma l’immersione sociale in senso lato (concetto fumoso, ndr).
In sintesi a16z crede che il metaverso non possa esistere senza la tecnologia blockchain alla base. Un’idea non condivisa da tutte le aziende del settore.
[…] metaverso aperto, decentralizzato, interoperabile, secondo la definizione di Andreessen Horowitz, non esiste ancora. Tuttavia, stiamo vivendo una fase intermedia, un Web […]