Si parla tanto, negli ultimi tempi, di come il Metaverso possa offrire opportunità di crescita e guadagno ai singoli utenti, in un ecosistema decentralizzato e valorizzato dai suoi fruitori. A questo proposito, uno dei concetti fondanti di questa nuova economia è quello delle cosiddette “land digitali”, ovvero pezzi di Metaverso completamente programmabili sui quali è possibile sviluppare e monetizzare esperienze immersive per gli avatar / utenti.
Perché bisogna possedere una land?
Così come nella vita reale lo spazio risulta essere finito e limitato, anche nel Metaverso ci sarà bisogno di sgomitare per potersi accaparrare il diritto a costruire qualcosa. Non a caso, infatti, quasi tutte le piattaforme hanno deciso di basare i propri ecosistemi su un numero finito di land che, una volta terminate, andranno a fare da principale propulsore economico per queste infrastrutture.
Ecco allora che, il concetto di scarsità, unito alle prospettive di futuri guadagni derivanti dallo sfruttamento delle proprietà digitali, ha creato, negli ultimi tre anni, volumi di vendita che hanno superato la soglia dei 26 miliardi di dollari su oltre undici piattaforme, ognuna con le proprie peculiarità e target d’utenza.
Quali sono i metaversi più profittevoli?
Questa è, di certo, la più importante domanda che ci si pone quando si decide di investire in land virtuali e, per rispondervi, è necessario definire quali sono i parametri che rendono una piattaforma migliore delle altre. Generalmente, le valutazioni prendono in considerazione dai tre agli otto fattori di successo per un servizio specifico. Di seguito i tre più importanti:
- Il primo indicatore da tenere in considerazione è, sicuramente, quello dei volumi di mercato, ovvero il numero di transazioni effettuate sulla piattaforma in un determinato arco di tempo. Tanto per fare un esempio, The Sandbox conta, ad oggi, oltre 84,000 transazioni mentre Decentraland soltanto 6,740, nonostante la seconda piattaforma abbia riscontrato pressocchè la medesima risonanza mediatica della prima.
- Un altro criterio di scelta è, poi, quello della dimensione delle land: vi sono, infatti, piattaforme come Coderblock o Decentraland che offrono spazi di circa 250 metri quadrati ed altre, come NFT Worlds, la cui estensione supera i 500 chilometri quadrati. Generalmente, la scelta viene guidata, in questi casi, dalla destinazione imprenditoriale della proprietà unita al prezzo medio della singola unità (250 metri quadrati sono sufficienti per costruire un appartamento ma non per innalzare una metropoli con grattacieli volanti e stadi da un milione di spettatori).
- Troviamo, infine, il prezzo medio di acquisto. Ogni mondo digitale ha la propria economia ed il proprio mercato che è completamente indipendente e scorporato dagli altri. É questo il motivo per cui il valore di una singola land non è tanto strettamente correlato alla sua dimensione quanto piuttosto al successo ed alla diffusione della piattaforma stessa, un po’ come avviene nel mondo reale dove il prezzo di un appartamento a Milano è generalmente il doppio o il triplo di un corrispettivo in qualsiasi altra città d’Italia. Per dare un’idea di quanto differiscano tra loro i prezzari, una land in The Sandbox attualmente ha un prezzo di partenza di circa 1,300$ per 10,000 metri quadrati mentre un NFT world offre circa 500 chilometri quadrati a partire da 2,220$.
Il mondo delle proprietà virtuali è complesso, non regolarizzato e, ad oggi, modellato da dinamiche di mercato che si basano sull’esperienza o sulle sensazioni del singolo imprenditore o utente. Non è facile definire quanto un acquisto possa essere profittevole e, anche dove quest’ultimo sembri essere vantaggioso, bisogna sempre tenere in conto che i volumi del Metaverso sono estremamente altalenanti e variabili ed ogni investimento in esso è estremamente rischioso.
Bisogna conoscere bene le regole del gioco prima di cominciare ed una buona dose di informazioni a riguardo è vitale per innalzare le probabilità di riuscita di un progetto in questi contesti.